Fortuna e le altre, storie di coraggio e riscatto alla Sanità

Il 19 febbraio in scena uno spettacolo basato su tante testimonianze. Il sostegno di Cristina Donadio

 

NAPOLI Le “Forti Guerriere” sono nate un anno fa all’indomani dell’omicidio di Fortuna Bellisario, 36 anni, uccisa dal marito a Mianella. Fortuna era originaria del Rione Sanità e qui si tennero i funerali. Celebrò il parroco don Antonio Loffredo che non ebbe mezze misure nel definire il marito omicida «uno stronzo».

Fu proprio in quella occasione che alcune giovani donne del quartiere vollero portare a spalla la bara di Fortuna, poi dissero a padre Antonio: «Siamo stanche di tanta violenza, vogliamo metterci insieme e fare qualcosa, spezzare le catene». Scelsero un nome d’impatto e si costituirono in associazione: “Forti Guerriere”. Fra loro donne con passati e presenti di violenza, altre invece come sentinelle sul territorio per aiutare le altre a liberarsi, a trovare la forza di denunciare, a cambiare vita. Da subito a fianco delle guerriere è scesa in campo un’altra donna, Manuela Palombi, avvocato penalista. «Abbiamo cominciato con la formazione, era necessario dare innanzitutto informazioni legali, per conoscere i diritti e le reali possibilità di uscire dal tunnel. La maggior parte delle donne vittime di violenza soprattutto se non ha indipendenza economica teme di non farcela e di perdere i figli, abbiamo lavorato molto su questo». A Manuela poi si è aggiunta una psicologa e una ostetrica del quartiere per fare prevenzione soprattutto con le ragazzine. Insomma le guerriere sono diventate sempre più forti, si incontrano ogni martedì, fanno anche doposcuola ai bambini, corsi di yoga e di autodifesa.

L’esperienza delle “Forti Guerriere” sarà raccontata il 19 febbraio alle 17.30 al Nuovo Teatro Sanità in un convegno spettacolo che vedrà protagoniste le storie delle vittime e di chi invece ce l’ha fatta. Una di loro, Emanuela, 30 anni di violenza, è stata aiutata e salvata, ora è libera, ma il suo racconto è di quelli che non ti fanno dormire la notte. Madrina della serata sarà l’attrice Cristina Donadio, con grande sensibilità vicina alle guerriere. Il suo impegno non si fermerà allo spettacolo ma sarà al fianco all’associazione anche dopo. Cristina leggerà le loro storie, i testi sono stati raccolti e scritti da Chiara Nocchetti, le musiche sono di Dolores Melodia, le fotografie di Vittoria Giovanniello. Sul palco saliranno tutte: l’ostetrica Mariaflora Porzio, Raffaella Ruocco di Mestieri Campania, che nell’associazione si occupa di orientarle al lavoro, Martina Giordano, la psicologa che parlerà di rapporti tra vittima e carnefice, Gabriella Fabbrocini, dermatologa. Emanuela con la sua esperienza di riscatto, e poi tutte le altre. Conduce la serata una giovane promessa del Rione Sanità, Miryam Cuomo. Uno spettacolo per farsi conoscere e per raccontarsi, un punto d’inizio e non di arrivo. «Nell’associazione si sentono protette – conclude Palombi, che con il gratuito patrocinio ne aiuta tante – e cominciano un percorso che prova a portarle verso la libertà, non è facile ma uscirne è possibile». Soprattutto se non si è soli.

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