Omicidio Fortuna Bellisario, al Tribunale di Napoli sit-in di protesta contro scarcerazione del marito

Dopo due anni in cella concessi gli arresti domiciliari a Vincenzo Lo Presto. La mobilitazione silenziosa dell’associazione «Forti guerriere» creata dalle donne del Rione Sanità amiche della vittima

di Redazione online

 

Una protesta silenziosa, davanti al Tribunale di Napoli, per contestare la scarcerazione di Vincenzo Lo Presto, l’uomo che due anni fa uccise la loro amica, Fortuna Bellisario, che era sua moglie e aveva 36 anni. Le “Forti guerriere”, donne del Rione Sanità riunite in un’associazione, hanno iniziato stamane un sit-in, che proseguirà anche nei prossimi giorni, per accendere i riflettori sugli ultimi risvolti della drammatica vicenda: a Lo Presto, condannato a dieci anni per omicidio preterintenzionale al termine di un giudizio celebrato con rito abbreviato, sono stati recentemente concessi i domiciliari. L’uomo, giudicato responsabile di aver causato la morte di Fortuna in seguito a ripetute percosse, le ultime, quelle fatali, inflitte con una stampella, è tornato a vivere a casa della madre, nello stesso quartiere in cui si verificò la tragedia. Ed è per protestare contro questa decisione che stamattina e nei prossimi giorni due rappresentanti dell’associazione nata dopo la morte di Fortuna dal desiderio di alcune donne del quartiere di unirsi e fare squadra, esporranno uno striscione davanti all’ingresso del Tribunale.

 

La coppia aveva tre figli

La decisione del giudice di concedere gli arresti domiciliari a Lo Presto, che sarà impugnata dalla Procura, ha anche costretto il Tribunale dei Minorenni di Napoli ad emettere un provvedimento «ad horas» per impedirgli di contattare i figli. Le violenze e la segregazione di cui era vittima Fortuna sono emerse anche durante l’incidente probatorio fissato per ascoltare i suoi tre bambini, ora in cura presso l’istituto Toniolo. «Come possiamo dare fiducia alle vittime – commentano gli avvocati Manuela Palombi e Marco Mugione, legali di alcuni familiari di Fortuna – se vengono prese decisione come questa. Le vittime ci potrebbero anche dire: avvocato, meglio prendere le botte e aspettare che qualcosa cambi. Lo stesso vale – aggiungono i due professionisti – per le “guerriere”, che rappresentano un’antenna sul territorio. Anche il loro lavoro di prevenzione può subire enormi danni da questi pronunciamenti».

Il ricordo in chiesa

Domenica prossima, in coincidenza con il secondo anniversario della sua morte, nel rione Sanità di Napoli, durante la messa sarà dedicato un momento particolare alla memoria di Fortuna Bellisario.

 

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