Omicidio Fortuna Bellisario, il marito lascia il carcere dopo 2 anni e va ai domiciliari

Ai domiciliari dopo due anni Vincenzo Lo Presto, il marito di Fortuna Bellisario uccisa nel 2019 con una stampella. L’uomo, condannato a 10 anni con rito abbreviato per omicidio preterintenzionale (e non volontario), è andato nella casa della madre al Rione Sanità. Decisione che non è piaciuta a parenti e amici della donna uccisa.

Ha lasciato il carcere per i domiciliari Vincenzo Lo Presto, il 43enne condannato per l’omicidio della moglie Fortuna Bellisario. Dopo due anni di carcere, Lo Presto è tornato nella casa della madre, nel Rione Sanità di Napoli: una decisione che non tutti hanno preso bene, soprattutto nel quartiere dove la memoria di Fortuna Bellisario, uccisa appena due anni fa, è più viva che mai. La scelta dei domiciliari non è causale: li ha disposti il giudice dopo il ricorso dell’avvocato difensore di Lo Presto, giudicandolo non pericoloso socialmente.

 

Lo Presto è stato condannato, lo scorso dicembre, a dieci anni di carcere per omicidio preterintenzionale. Una decisione che fece discutere, perché inizialmente il reato ipotizzato era stato quello di omicidio volontario. Nel corso del procedimento, invece, venne derubricato a preterintenzionale e la pena venne comminata con uno sconto, previsto da chi ricorre al rito abbreviato. E così dopo due anni per lui sono scattati i domiciliari, che sconterà a casa della madre.

 

La vicenda sconvolse l’intero Rione Sanità di Napoli, soprattutto per la sua efferatezza: Lopresto uccise la moglie con una stampella, massacrandola mentre i figli (tutti minorenni di 7, 10 e 11 anni) erano con la nonna. Poi chiamò la polizia, spiegando di aver picchiato la moglie che invece era morta per le botte subite. E non era la prima volta: gli inquirenti trovarono sul corpo della donna segni di lividi, capelli strappati e percosse tali da far loro capire che le violenze erano già avvenute in passato. E ora con l’assegnazione ai domiciliari, sgomento per i familiari di Fortuna ma anche dell’intero quartiere. Ai funerali di Fortuna, tuonò anche il parroco locale don Antonio Loffredo, che disse: “Chi picchia una donna, è uno stronzo”. E tutto il Rione Sanità si era stretto attorno alla famiglia di lei dopo la vicenda.

 

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