Interrogazione parlamentare sull’uxoricida scarcerato

Rione Sanità, iniziativa dei Cinque Stelle: il caso svelato da “Repubblica” finisce sul tavolo della neo ministra della Giustizia, Marta Cartabia. L’attenzione della Procura sulla vicenda

 

«Fortuna è stata oltraggiata anche da morta», un caso che scuote il territorio e attraversa la politica. Da ieri, un’interrogazione parlamentare del Movimento Cinque Stelle, firmato dal deputato Luigi lovino, pone all’attenzione della neo ministra della giustizia, Marta Cartabia, la vicenda sollevata da Repubblica: l’uxoricida Vincenzo Lo Presto, 43 anni, ha lasciato il carcere ed è tornato a casa (arresti domiciliari) dopo neanche due anni dal giorno in cui massacrò di botte sua moglie, la 35enne Fortuna Bellisario, fino a farla morire. Intanto, la Procura di Napoli valuta in queste ore la possibilità di ricorrere contro l’ordinanza con cui, martedì scorso, Il gip Fabio Provvisier ha sostituito la misura della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari. L’assassino di Fortuna a dicembre scorso era stato condannato in primo grado a (soli) 10 anni: per effetto dello sconto sull’abbreviato e della derubricazione da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale. Poi, la decisione di riaprirgli la cella. Così, Lo Presto che aveva massacrato di colpi Fortuna con la sua gruccia ortopedica, e l’aveva ricoperta di lividi in molte altre occasioni, ha rimesso già piede a Mianella, “libero e senza scorta”, perfino “senza braccialetto elettronico per mancanza di pericolosità sociale dell’imputato”, come scrive il gip. «È come se Fortuna fosse stata colpita e abbandonata di nuovo», commentano alla Sanità, rione dove vivono tutti i parenti, della vittima e dell’assassino. Anche se Brunella, 39enne, del comitato “Le forti guerriere”, commenta con saggezza: «È tutto assai triste, ma non dobbiamo farci scoraggiare. Purtroppo la legge segue strade che non comprendiamo, ma dobbiamo continuare a denunciare gli uomini violenti. Io stessa ho trovato il coraggio di dire basta alla vita di cui ero prigioniera». Severa, anche la riflessione degli avvocati di parte civile, Manuela Palombi e Marco Mugione: «Entriamo nei centri anti-violenza, spingiamo le donne ad affidarsi alla giustizia. E poi passa questo segnale devastante: un marito che ha percosso con ferocia la madre dei suoi figli, incidendo gravemente anche sulla formazione di tre minori, dopo due anni è a casa». È il giovane deputato napoletano M5S Iovino a consegnare «perplessità» sulla vicenda di Fortuna. «Il giudice ha concesso i domiciliari sebbene l’omicidio della donna fosse stato l’epilogo di pestaggi reiterati», cita il parlamentare, nell’interrogazione a Cartabia. E ricordando che  «il “femminicidio” in generale andrebbe punito in maniera esemplare» che « nei primi dieci mesi del 2020 le vittime di omicidio sono state 91, una ogni tre giorni», chiede «quali misure il ministro intenda intraprendere al fine di avviare una serie di iniziative, con il coinvolgimento anche della magistratura, delle associazioni di vittime e famiglie, per inasprire la reale pena detentiva nei confronti dei rei di queste violenze e una più attenta valutazione della possibile pericolosità di tali individui nel contesto sociale».

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