Omicidio Fortuna Bellisario, protesta davanti al Tribunale

E’ una protesta “silenziosa” che proseguirà anche nei prossimi giorni quella delle “Forti Guerriere” del rione Sanità di Napoli.

A partire da oggi è stato esposto davanti al Nuovo Palazzo di Giustizia uno striscione per ricordare la storia di Fortuna Bellisario, la 36enne vittima di femminicidio, morta nel 2019 per le conseguenze delle ennesime percosse subite dal marito.

Nei giorni scorsi il rione Sanità, dove avvenne la tragedia, scosso dalla notizia della scarcerazione di Vincenzo Lopresto, marito di Fortuna Bellisario. Dopo due anni di carcere, a cui il giudice ha concesso la detenzione domiciliare ritenendolo “non socialmente pericoloso”.

Lopresto, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato (grazie al quale si può ottenere lo sconto di un terzo della pena) è stato condannato a 10 anni di reclusione per l’omicidio della moglie. Ed è per protestare contro questa decisione.

 

Da questa  anche nei giorni futuri, due rappresentanti dell’associazione no profit “Le Forti Guerriere” (nata dopo la morte di Fortuna Bellisario dal desiderio di alcune donne del quartiere di unirsi e fare squadra), esporranno uno striscione davanti all’ingresso del Tribunale. La protesta è per ricordare a tutti la sua tragica storia e la decisione del Tribunale. Nel pieno rispetto delle norme anticovd spiegheranno a chiunque voglia spiegazioni, il motivo della loro iniziativa.

Fortuna Bellisario uccisa alla Sanità: il marito scarcerato dopo 2 anni

L’omicida di Fortuna Bellisario torna a casa ai domiciliari. Vincenzo Lo Presto è tornato a casa della madre, agli arresti domiciliari, dopo soli due anni in carcere. Il 43 enne è colpevole di omicidio preterintenzionale nei confronti della moglie, Fortuna Bellisario, che all’epoca dei fatti aveva solo 36 anni.

Un omicidio che  fatica ad essere dimenticato per l’efferatezza fuori dal normale con cui è stato compiuto. Lo Presto infierì sulla vittima a colpi di stampella finché la moglie non esalò l’ultimo respiro, il tutto mentre i tre figli minori erano a casa della nonna.

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